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Sez. 4, ore 20.00, lotti 350-435: selezione di gioielli antichi e moderni
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LOT 73:
San Pietro
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San Pietro
XVIII secolo
Technique:
Dipinto ad olio su tela
Dimensions:
H 77 cm x Base 64 cm. In cornice: H 89 cm x 75 cm
(Da Guido Reni). L’opera in oggetto ritrae san Pietro, dipinto realizzato alla maniera caravaggesca vista l’assenza di uno sfondo, sostituito da una appiattita tinta bruna, che incornicia la vera protagonista dell’opera, il santo. Pietro è intriso della luce divina che, proiettandosi sul suo volto, ne modella i connotati, parte della spalla destra e la mano sinistra, la cui rotazione conferisce a tutta la figura un senso di dinamismo. Non è presente alcun riferimento che attesti l’iconografia citata, sebbene la figura dell’anziano uomo barbuto e in parte stempiato costituisca già una certezza di natura tipologica poiché, sin dall’età tardo-antica, l’iconografia del primo vicario di Cristo doveva assumere le sembianze di un filosofo, dallo sguardo fiero e pensoso. Nel caso in questione è possibile estrapolare un riferimento stilistico attraverso l’osservazione ravvicinata del volto di Pietro: se ci si concentra esclusivamente sulla plasticità del suo volto, distogliendosi per un attimo dal grigio della barba, sembrerebbe di trovarsi di fronte a una delle molteplici versioni del Volto Santo. Il tema è quello del Cristo coronato di spine, a lungo studiato da Guido Reni con una serie di disegni e dipinti, diversificati fra loro attraverso dettagli secondari. Il nostro san Pietro è una chiara citazione del volto di Cristo coronato di spine dipinto da Reni intorno al 1630 e oggi custodito presso il Detroit Institute of Arts (Detroit, Michigan – USA): l’assetto morfologico del viso - in particolare il disegno delle palpebre e delle arcate sopraccigliari – costituiscono elementi stringenti con il celebre dipinto di Reni.
ASORstudio
(Da Guido Reni). L’opera in oggetto ritrae san Pietro, dipinto realizzato alla maniera caravaggesca vista l’assenza di uno sfondo, sostituito da una appiattita tinta bruna, che incornicia la vera protagonista dell’opera, il santo. Pietro è intriso della luce divina che, proiettandosi sul suo volto, ne modella i connotati, parte della spalla destra e la mano sinistra, la cui rotazione conferisce a tutta la figura un senso di dinamismo. Non è presente alcun riferimento che attesti l’iconografia citata, sebbene la figura dell’anziano uomo barbuto e in parte stempiato costituisca già una certezza di natura tipologica poiché, sin dall’età tardo-antica, l’iconografia del primo vicario di Cristo doveva assumere le sembianze di un filosofo, dallo sguardo fiero e pensoso. Nel caso in questione è possibile estrapolare un riferimento stilistico attraverso l’osservazione ravvicinata del volto di Pietro: se ci si concentra esclusivamente sulla plasticità del suo volto, distogliendosi per un attimo dal grigio della barba, sembrerebbe di trovarsi di fronte a una delle molteplici versioni del Volto Santo. Il tema è quello del Cristo coronato di spine, a lungo studiato da Guido Reni con una serie di disegni e dipinti, diversificati fra loro attraverso dettagli secondari. Il nostro san Pietro è una chiara citazione del volto di Cristo coronato di spine dipinto da Reni intorno al 1630 e oggi custodito presso il Detroit Institute of Arts (Detroit, Michigan – USA): l’assetto morfologico del viso - in particolare il disegno delle palpebre e delle arcate sopraccigliari – costituiscono elementi stringenti con il celebre dipinto di Reni.
ASORstudio
